ciclo produttivo

 

proprietà nutrizionali

 

una cultura per

 

 

  
 
azienda prodotti curiosità ricette news
   

Una cultura per la qualità dell'olio

 

La qualità è una parola tra le più abusate. Occorre pertanto far chiarezza proprio attraverso la strada della formazione.

Volendo essere molto schematici, riconduciamo la qualità dell'olio d'oliva a quattro aspetti principali:

  • la qualità merceologica

  • la qualità organolettica

  • la qualità igienico sanitaria

  • la qualità nutrizionale

La qualità merceologica

La qualità merceologica è l'accertamento dei requisiti chimico-fisici attraverso un'analisi strumentale e una sensoriale. I requisiti previsti dal legislatore, per l'appartenenza a una determinata categoria merceologica dell'ampia gamma degli di oliva, concernono in particolare i parametri dell'acidità libera, il numero dei perossidi, gli assorbimenti specifici nell'ultravioletto (da effettuarsi in laboratorio) ed in più è prevista dal legislatore anche un’analisi sensoriale.

Acidità libera: rappresenta la quantità di acidi organici che si sono liberati in seguito a un processo di alterazione di natura idrolitica. Non è percepibile a livello organolettico, ma solo attraverso delle analisi di laboratorio, dove si esprime in gamma di acido oleico su 100 grammi di sostanza grassa. In genere l'acidità libera aumenta quando le olive sono troppo mature o attaccate da parassiti, quando vengono conservate male o, infine, quando l'olio entra in contatto con dei fiscoli sporchi. Le vigenti leggi impongono un limite dello 0,8% per l’extravergine. L’olio extravergine “Aloia” oscilla tra lo 0,15-0,25%.

Numero di perossidi: rappresenta la quantità di ossigeno attivo che viene fissata da 1000 grammi di sostanza grassa in seguito ad un processo di alterazione di natura ossidativa. La reazione tra ossigeno e gli acidi grassi avviene soprattutto attraverso l’enzima lipossidasi, e l'ossigeno che viene assorbito dall'olio determina la formazione appunto dei perossidi, inodori e insapori fino a quando non si decompongono in aldeidi e chetoni, delle sostanze volatili che lasciano il caratteristico e sgradevole flavor di rancido.

Assorbimento nell’ultravioletto: è una tecnica che viene utilizzata allo scopo di verificare la presenza di alcune sostanze (gli idrocarburi aciclici) derivanti soprattutto dai processi di raffinazione. Questa valutazione, assai complessa, serve per stabilire se le cause che determinano degli alti assorbimenti nella regione dell'ultravioletto siano poi da attribuire a dei fenomeni di ossidazione o, al contrario, a dei processi di rettifica, conseguenti perciò a delle miscelazioni fraudolenti con degli oli raffinati.

 

La qualità percepita attraverso i sensi: la determinazione dei soli parametri chimici (acidità, numero di perossidi, assorbimento alla luce ultravioletta ) non è sufficiente a garantire che un olio abbia buone caratteristiche organolettiche. Infatti, può accadere che oli con bassi valori dei parametri chimici ricordati presentino difetti organolettici come gusto, aroma, sapori tali da declassificare un prodotto. L'analisi sensoriale è un esame che ci permette di mettere in evidenza le proprietà organolettiche degli oli attraverso gli organi dei sensi.

Con il regolamento n. 2568 dell’ 11 luglio 1991, relativo “alle caratteristiche degli oli di oliva e sansa di oliva nonché ai metodi ad essi attinenti”, l'Unione Europea si è espressa ufficialmente intorno al tema dell'analisi sensoriale. Successivamente, con il regolamento n. 3288 del 12 novembre 1992, ha disciplinato la materia con ulteriori disposizioni. Va precisato che l'olio di oliva è il primo alimento che prevede il ricorso all'analisi sensoriale, imperniata sui criteri del Panel Test, come una discriminante merceologica. Un extra vergine, pertanto, dovrà essere ritenuto idoneo al consumo anche sulla base di un punteggio organolettico minimo di riferimento (equivalente a 6,5 per l'extra vergine) e non soltanto per il suo quadro chimico e fisico.

Al regolamento n. 2568 si affianca all'allegato XII, in particolare, che stabilisce punto per punto i procedimenti ufficiali per una “valutazione organolettica dell'olio di oliva vergine”. In quest' allegato si possono peraltro approfondire le norme generali di comportamento per gli assaggiatori.

 

La qualità igienico sanitaria

Non si può certo prescindere da quest'aspetto della qualità. La qualità di un olio è da riscontrarsi infatti anche nella sua “pulizia”, nell’assenza di sostanze inquinanti, come lo sono i residui di antiparassitari e i concimi chimici di sintesi cui si può far ricorso nella fase di produzione. La qualità che riesce a esprimere un quadro igienico perfetto, oltre a offrire garanzie sul piano sanitario, consente anche di poter conseguire, nel medesimo tempo, una qualità intesa in senso più generale.

Un olio, per esempio, conservato in contenitori puliti e realizzati con materiali idonei non determina certo la formazione di difetti organolettici o di natura fisico-chimica.

 

La qualità nutrizionale

Il punto di forza dell'olio di oliva è da individuare nelle proprietà nutrizionali e salutistiche che lo caratterizzano. Di tali aspetti, purtroppo, non si è compresa subito l'importanza e, soprattutto, si sono per lungo tempo sottovalutati.

Negli ultimi anni, l'impegno su più fronti di indagine da parte dei ricercatori ha messo in chiara evidenza l'unicità di composizione biochimica e la straordinaria efficacia quale fattore protettivo della salute. Ecco dunque i pregi di un prodotto naturale per eccellenza, riconducibili a una sapiente composizione di acidi grassi insaturi, con prevalenza dei monoinsaturi, come l'acido oleico, e una equilibrata quantità di polinsaturi essenziali.  

 

©2010 Olio Aloia - P.IVA: 00801110701