Starsene in pace tra il verde degli ulivi
e l’azzurro del lago, in piena armonia con la natura, è ancora possibile.
Si spera che una simile dimensione di privilegio non venga mai meno, ma
soprattutto che gli olivi, cosi’ caratteristici di un’area che vanta una
consolidata e antichissima tradizione olivicola, non diventino puro
ornamento, elemento muto e senza anima del paesaggio.
Per questo e’ alquanto utile
intraprendere un viaggio, non necessariamente immaginario, alla scoperta
di un mondo non sufficientemente conosciuto e compreso. Ed e’ proprio
attraverso il compimento di un viaggio tra gli olivi e i frantoi che si
può comprendere a fondo quanto sia importante percepire nell’olio che
quotidianamente si degusta a tavola, il segno più intimo e segreto di un
territorio, con i segni invisibili ma concreti della gente che si e’
adoperata nell’ottenerlo
Colletorto
Colletorto svetta su un colle assediato
dagli olivi. L’olivicoltura è da secoli alla base dell’economia locale:
nell’agro comunale sono presenti circa 250.000 piante che producono
intorno ai 30.000 quintali di olive all’anno.
Colletorto è situato nella parte sud-est
del Molise a 508 m, a ridosso della Vallata del Fortore che lo separa in
gran parte dalla regione Puglia.
Rocca armata ai tempi del regno angioino,
conserva, in una parte del centro storico, l’antico borgo medioevale con
vie e vicoli che dalle porte perimetrali convergono verso gli edifici più
rappresentativi: la Torre Angioina del 1369.
La Torre sviluppa la sua altezza (25 m)
su più livelli. Sul terrazzo una rosa dei venti indica ai visitatori i
punti cardinali ed e’ possibile ammirare tutto l’agro olivetano e l’ampia
vallata del Fortore con in fondo il Gargano.
Il Monastero. La chiesa intitolata a
S.Alfonso de’ Liguori venne costruita nel 1730. Al suo interno si possono
ammirare affreschi del Brunetti (1737), un organo e un coro, opere
barocche di pregevole interesse artistico. |